Malattia di Parkinson: verso un nuovo kit diagnostico
Il morbo di Parkinson, che ha un’età d’esordio media tra i 59 e i 62 anni, genera tremori, lentezza nei movimenti, con paralisi completa in fase avanzata. Questi sintomi sono dovuti alla morte dei neuroni che controllano i movimenti e producono un neurotrasmettitore chiamato dopamina, e sono attenuati con la terapia a base di Levodopa (molecola precursore che viene convertita in dopamina dal cervello). Attualmente la diagnosi è complicata, costosa, invasiva per il paziente e ha tempi di attesa molto lunghi. La diagnosi precoce è fondamentale, perché quando arrivano i primi sintomi circa il 60% dei neuroni dopaminergici è già compromesso. Presso il Laboratorio di neuroendocrinologia del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Cagliari si sta sviluppando un kit di veloce esecuzione (7 ore per il responso) per la diagnosi precoce della malattia di Parkinson tramite un prelievo di sangue. Il kit brevettato, basato sulla variazione sanguigna di alcune proteine, è stato testato su 60 pazienti, riscontrando che i livelli di queste proteine diminuiscono nel sangue dei malati di Parkinson (più del 50% rispetto alla popolazione sana) già nella fase iniziale della malattia. Se questo kit fosse validato potrebbe consentire un’identificazione più precoce e precisa dei pazienti affetti da Parkinson, e permettere di testare l’efficacia di possibili farmaci neuro-protettivi che potrebbero migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Laboratorio interattivo visitabile senza prenotazione dalle ore 16 alle 23.
A cura di Cristina Cocco, con la partecipazione di Antonio Manai e Barbara Noli (Dipartimento di Scienze Biomediche).
Descrizione foto: le mani di un uomo, con una fede nuziale, incrociate.
Foto di Eduardo Barrios su Unsplash