In viaggio con Parmenide tra le sue stelle
E se scoprissimo che gli antichi più antichi, quando raccontavano di dèi, dei loro amori e conflitti, dei loro prodigi e punizioni, non sempre raccontavano favole – lo diventeranno quando si sarà perso il vero significato di quel linguaggio simbolico – ma esponevano talvolta veri e propri teoremi astronomici?
E se, nel proemio del suo poema filosofico, in realtà Parmenide dimostrasse il teorema astronomico della coincidenza tra Stella del Mattino e Stella della Sera in un unico astro, il pianeta Venere? Un’acquisizione astronomica che peraltro le più antiche cronache sulle vite e le dottrine dei filosofi gli attribuiscono già.
Una dimostrazione che Parmenide condurrebbe attraverso la narrazione di un viaggio che comincia all’alba, a bordo di un carro – che probabilmente rappresenta lo stesso pianeta Venere (non era insolito che gli astri venissero rappresentati come “veicoli” divini) – che si muove lungo l’eclittica fino ad arrivare, a fine giornata, ad attraversare le porte dell’ecumene, il mondo abitato dai mortali, per dirigersi verso la dea che gli rivelerà l’essenza stessa dell’esistenza: l’«essere» che è e non può non essere.
Vedremo insieme come le figure divine cantate dai suoi versi rappresentino oggetti astrali, costellazioni ma anche fasce astronomiche, come la Via Lattea, l’Eclittica e l’Equatore. E come anche l’asse, i mozzi e le ruote del carro su cui viaggia Parmenide facciano riferimento a orbite e punti di riferimento celesti.
Sarà un software utilizzato anche nei planetari, Stellarium, partendo dalle posizioni astrali che emergono dal testo, a mostrare il cielo che poté ispirare a Parmenide le convinzioni scientifiche e le idee filosofiche che svilupperà nel suo poema.
Un cielo che così potremo rivedere insieme. Ripercorrendo il viaggio di Parmenide con un po’ di fantasia ci troveremo accanto a lui, su quel carro, attraverso un itinerario che ci mostra sul palcoscenico divino della sfera celeste che quelle due stelle che i suoi contemporanei credevano separate, senza riuscire a spiegarsi lo strano “scomparire” nel nulla di una in alcuni periodi dell’anno e dell’altra il suo “apparire” in periodi diversi, erano un unico astro.
A cura di: Marco Montagnino