Maschere umane, diaspore ambientali. Itinerari tra diritto, letteratura e arti
Può il diritto dialogare con la letteratura per interrogare il nostro tempo? Può il testo letterario (narrativo, poetico, teatrale) offrire al giurista un punto di osservazione privilegiato per comprendere il reale? Come possono rispecchiarsi e mutualmente chiarirsi rappresentazioni normative, immaginali e simboliche?
Entro questa cornice si collocano le tappe dell’itinerario argomentativo proposto al pubblico per discutere questioni di estrema attualità che interrelano tra loro ambiente, città e comunità. L’attenzione dei partecipanti all’iniziativa verrà sollecitata grazie all’impiego di una metodologia interdisciplinare capace di far convergere diversi registri espressivi e comunicativi in una forma inedita di reciproco arricchimento.
In particolare, gli strumenti di analisi offerti dall’ecocritica, fruttuosamente nata all’intersezione tra ecologia e critica letteraria, saranno impiegati per riflettere sulle mutevoli determinazioni dell’idea di ambiente; sul loro riconoscimento o disconoscimento in campo giuridico; sulla efficienza o meno dei dispositivi di qualificazione e tutela offerti dal diritto. Pagine letterarie, in cui fantascienza, distopia e realismo paiono ibridarsi, costituiranno l’ordito scenico più affascinante e concreto per esplorare le tensioni e le proiezioni di cui anche il diritto si alimenta. Sarà, pertanto, interessante prospettare al pubblico la possibilità di costruire, a partire dal riconoscimento compiuto di un nuovo genere letterario, quale quello della “climate fiction” (cli-fi) o della “eco-fiction”, un corrispondente indirizzo di riflessione giuridica che potrebbe essere specularmente denominato ‘eco-diritto’ o ‘eco-jurisprudence’.
Queste considerazioni, già sostanziate attraverso un ricco percorso diacronico, acquistano un’urgenza specifica nel contesto attuale, in cui l’emergenza pandemica, da un lato, ha inverato scenari che si pensavano possibili solo secondo i canoni dell’immaginario post-apocalittico; dall’altro, ha irrimediabilmente offeso l’idea di normalità e repentinamente travolto la linearità di sviluppo dei progetti di riqualificazione spaziale, territoriale ed identitaria che avrebbero segnato l’ingresso in un’era post-globale.
Per queste ragioni sarà particolarmente stimolante indagare anche la trasformazione del paradigma urbano indotta dalla crisi epidemica. I modelli proposti all’insegna della creazione di nuove “smart cities”, caratterizzate da un livello elevato di interrelazione ed interconnessione, oltre che da una particolare attrattività in ragione delle possibilità di apertura ed accoglienza, debbono essere ripensati. Lo spazio comune pare dover essere improntato ad un differente modello di partecipazione in sicurezza e il tema stesso dell’abitare pare dover essere riconfigurato alla luce della possibilità di un ‘contatto in assenza contagio’.
La discussione sarà ulteriormente vivacizzata attraverso il richiamo di film e serie televisive che hanno portato ad evidenza, se non denunciato, abusi e pratiche distorsive in modo da sensibilizzare criticamente l’opinione pubblica.
Referente Scientifico: Prof.ssa Cristina Costantini, Prof.ssa Annalisa Volpone
Tutte le persone maggiori di 12 anni potranno accedere all’evento solo se munite di GREEN PASS e documento di identità. Raccomandiamo gli interessati di arrivare con 15 minuti di anticipo per le necessarie operazioni di accoglienza. Posti limitati.