La filosofia morale si interroga sulla sostenibilità sociale del “retribuzionismo”
La nostra epoca è fortemente segnata, a livello di opinione pubblica, da un ritorno del «retribuzionismo» e del «giustizialismo», ossia dall’enfasi posta sulla reazione punitiva dell’ordinamento. Ma quanto è sostenibile, nel medio e lungo periodo, una società che espunga dal suo orizzonte valoriale e comportamentale qualunque riferimento al perdono, alla mitezza e alla «misericordia» come principio giuridico ed etico? Le concezioni escatologiche ebraiche e cristiane sono incentrate sull’idea di nuovi cieli e nuova terra, su una «restituzione della vita», di ogni vita, sia della vita offesa, sia della vita offendente. Si tratta dell’idea nota come dottrina della «apocatastasi», ossia il richiamo di tutte le creature, alla fine del mondo, alla piena restituzione della vita alla sua integrità morale corrotta dalla colpa e dal male. Il «principio apocatastasi» ci impone gravi riflessioni sulla implementazione di una giustizia sostenibile e di una convivenza interumana pacifica.
Francesco Ghia, Dipartimento di Lettere e Filosofia, Università di Trento